mercoledì 24 marzo 2010

Bologna 26 marzo 2010 - Tavola rotonda sull'accreditamento - Relazione introduttiva

Prima di tutto c’è voluto un sacco di tempo, visto che di accreditamento le norme regionali ne hanno parlato per la prima volta nel 2003 con la legge n°2 e la conclusione arriva il 15 marzo del 2010. Una comunicazione a rate da un lato può essere positiva perché abitua a poco a poco, ma una regola della comunicazione efficace vorrebbe che la notizia venga data subito e subito in chiave operativa.

Altro sarebbe stato comunicare e rendere operativa una sezione alla volta, ma così non è stato. Ciò che via via veniva approvato costituiva un tassello dell’intera struttura non funzionale in sé stesso ma semplicemente necessario all’impianto complessivo che avrebbe visto la luce solo alla fine. Con una tale procedura si sono alimentati pregiudizi che hanno a loro volta generato dubbi e paure qualche volta poi anche confermate dalla realtà.

Oltre al tempo lungo di gestazione c’è poi la mole della normativa. D’accordo che deve regolare un problema ad ampio spettro, ma così sottolinea il difetto del “tutto in una volta” con cambiamenti troppo ampi. Se proprio ciò era inevitabile almeno bisognava utilizzare un linguaggio semplice con costrutti chiari e stringati. Così l’impatto della novità diventa ancora più pesante. Com’è noto tutte le novità che comportano cambiamenti globali richiedono una ristrutturazione della cultura che non può accompagnare l’innovazione legislativa in modo simultaneo: di sicuro occorre tempo e un testo di riferimento chiaro e semplice favorirebbe il processo di evoluzione culturale dei servizi.

Alcune difficoltà poste in evidenza:

• una certa contraddittorietà tra la normativa dell’accreditamento e quella delle ASP
• un’evidente debolezza sul fronte del pluralismo dell’offerta e della facoltà di scelta
• una situazione curiosa sul fronte della concorrenza in quanto si accredita per un tempo indeterminatamente lungo e si accredita solo per la quantità necessaria e sufficiente, con gestori diversi all’interno della stessa struttura e per di più gestori con sistemi organizzativi e regime giuridico-contrattuale diverso.

L’attività dell'organismo provinciale deve assicurare assenza di conflitto di interessi e deve essere costituito da esperti opportunamente formati. Non deve creare ulteriori costi così coloro che ne fanno parte lo devono fare in espletamento delle normali attività del loro ufficio il che significa caricare il costo dell’organismo su chi compie già lo sforzo di mettere a disposizione il personale adeguato. Ovvero: non solo questi enti o aziende perdono le ore di lavoro di un loro dirigente che deve dedicarsi ad altro, ma per queste ore non avranno alcun rimborso. Certo era giusto non moltiplicare organismi e costi, ma un’attività di monitoraggio e controllo deve pur impiegare risorse e il relativo costo dovrebbe essere ripartito equamente e non posto a carico degli enti che mettono a disposizione il personale. Equità di ripartizione vorrebbe dire porre a carico dei servizi accreditati il costo del monitoraggio suddiviso per quota proporzionale rispetto alla quantità di posti.

Si propone un’altra riflessione sul fatto che un organismo di una tal composizione potrebbe funzionare correttamente se il monitoraggio, che praticamente si realizza mediante atti ispettivi tra pari, venisse compiuto al fine di un accreditamento volontario di eccellenza, ma non è altrettanto certo che funzioni come supporto all’accreditamento istituzionale. Il sistema ispettivo tra pari, quando c’è in gioco l’accreditamento, oggi del controllato domani del controllante, a meno di artificiose assegnazioni che escludano collegamenti e intrecci, magari non sempre possibili, può condurre alla nascita di situazioni di complicità o di vendetta configurando in tutti e due i casi il cedimento di un’azione formalmente corretta a due sentimenti umani che non possono che distorcere la verità.

Per rispondere agli stessi scopi non era meglio pensare ad un organismo terzo indipendente?
Oppure un organismo istituzionale ma comunque del tutto estraneo rispetto agli enti gestori e alle AUSL?

Questa è solo una sintesi della relazione introduttiva.

Per leggerla poer intero clicca sul link Tavola rotonda sull'accreditamento - Relazione introduttiva

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