mercoledì 24 novembre 2010

EMOZIONI D’ISTANTI

EMOZIONI D’ISTANTI

Cremona – 19 novembre 2010-11-19

Appunti da un intervento di Luca Nave
(Docente presso la Università Pontificia Salesiana) Master in consueling filosofico

Eudaimonia non si traduce semplicemente con felicità, ma il termine indica una situazione di ben essere in senso globale a partire dalla salute fisica e mentale.

Zenone diceva che spesso gli uomini sono infelici perché non sanno cos’è la felicità. (meglio cercare un ago in un pagliaio – almeno sai cos’è che cerchi- che cercare la felicità senza saper cosa sia.)

Alla domanda cos’è il benessere viene in mente la risposta di Sant Agostino alla domanda cos’è il tempo. A questa domanda Agostino rispondeva: “se non me lo chiedi lo so!” Si può concludere che la filosofia non offre certezze, essa è l’arte del domandare. Ma noi abbiamo bisogna anche di risposte.

Ma ci può essere una definizione esaustiva del benessere? Vediamo dai vocabolari
• Buona condizione di salute (DeAgostini)
• Stato di soddisfazione interiore – equilibrio psicofisico – agiatezza (Zanichelli)
• Stato armonico di salute – forza fisica e morale – prosperità (Devoto - Oli)
Difficile trovare una definizione!

Esiste una relazione dialettica tra salute e benessere (Quando c’è la salute c’è tutto!)
La medicina positivista afferma: “la salute è il silenzio degli organi” o ancora “è assenza di malattia”. Affermazioni che hanno resistito sino alla metà del secolo scorso e che sono state superate con la definizione di salute data dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1948. “La salute è uno stato di perfetto benessere fisico, mentale e sociale” quindi la medicina da bio-tecno-scientifico-sperimentale diventa scienza bio-psico-sociale (G.L. Engel) (1) .

Da medicina quale “lotta alle malattie” a medicina del “benessere”. Non si tratta di abbandonare la medicina scientifica ma si parla di “medicina narrativa” fondata su prove di efficacia legate anche a scienze della comunicazione e sociologiche.(2)

In una clinica di Torino è stata fondata una sperimentazione denominata “Angolo delle storie” dove casi clinici complessi vengono affrontati da punti di vista diversi anche per consigliare ai parenti come raggiungere una cura completa. Si ricupera così un’antica alleanza tra medicina e filosofia per una comune lotta al “pathos” per la salute del corpo e dell’anima.

EUDAIMONIA (Eu = buon +daimon=demone) fa riferimento ai due concetti (corpo e anima). “La fioritura della vita umana che implica un’attività costante, un divenire, un fare di sé qualcosa di compiuto” (Martha Nussbaum). Condizione per l’eudaimonia è la “CURA” (Nell’accezione della lingua latina) Cura come premure, preoccupazione.

CURA ≠ TERAPIA. CURA come conceto ampio: di sé, degli altri, del mondo

EUDAIMONIA non è uno stato ma una dinamica concezione ideale.  Riguarda la globalità dell’essere umano. Insieme di bene (etica) ed essere

L’intervento si è concluso con una citazione di Socrate. “ Conosci te stesso. Una vita non esaminata non è degna di essere vissuta”
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(1)George L. Engel “The need for a new medical model: a challenge for biomedicine” Science - 1977Per leggere l’articolo di Engel: http://www.scribd.com/doc/12780697/Articolo-George-Engel-Science-1977-Nuovo-Modello-Medicina-Traduzione-italiana-Albasi-Clerici
(2)Critica: il fallibilismo della medicina può favorire lo sviluppo di medicine alternative

venerdì 12 novembre 2010

Nuovi scenari in ambito socio - sanitario:la formazione quale opportunità di crescita e miglioramento

La complessità: nuovi scenari in ambito socio sanitario
(Un saggio di Giuliana Masera)


Dietro la sfida del globale e del complesso si nasconde un’altra sfida , quella dell’espansione incontrollata del sapere. La conoscenza è conoscenza solo in quanto organizzazione, solo in quanto messa in relazione e in contesto delle informazioni . Con queste parole il sociologo francese Edgard Morin descrive gli elementi che caratterizzano oggi la complessità dei saperi .

Il problema universale per ogni cittadino del nuovo millennio è costituito per il sociologo dal seguente quesito: Come acquisire l’accesso alle informazioni sul mondo e come acquisire la possibilità di articolarle e organizzarle? Come percepire e concepire il Contesto, il Globale (la relazione tutto/parti), il multidimensionale, il complesso? Per Morin vi è un’inadeguatezza sempre più ampia, profonda e grave tra, da una parte, i nostri saperi disgiunti, frazionati compartimentali e, dall’altra, realtà o problemi sempre più polidisciplinari, trasversali, multidimensionali transnazionali globali,planetari .


Per leggere il saggio per intero clicca sul link:

http://issuu.com/anoss-dapero/docs/namedb57d4_20101112_151326?viewMode=magazine

Il saggio è diponibile in formato PDF.

leggete!

giovedì 11 novembre 2010

Estratto della relazione presentata al Workshop di Bologna 4 nov. 2010

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Presentazione



Il workshop studia i problemi connessi al diritto all’assistenza con riguardo alla qualità del servizio e una specifica attenzione per il tema della sostenibilità economica. Si tratta di mettere a fuoco il difficile rapporto tra un diritto, sancito dalle leggi - sempre confermato nelle norme regionali- e le risorse disponibili. Il quadro di riferimento mette in evidenza un forte elemento di contrasto tra il dato relativo ai bisogni - in crescita - e il monte risorse – proporzionalmente decrescente - in ragione anche della crisi economica che colpisce tutti i settori dell’economia.


La situazione impone di razionalizzare la spesa e di salvare la qualità dell’assistenza per una vita dignitosa degli anziani non autosufficienti e induce all’analisi del problema centrale: risorse insufficienti per un obiettivo alto. È l’eterno problema delle risorse scarse, che investe per definizione tutte le gestioni del mondo, che, declinato nel nostro settore e nel nostro tempo, presenta peculiarità non comuni e poco studiate o forse poco comunicate al grande pubblico degli operatori e stakeholders.

Per leggere l'intero articolo  clicca sul link http://daperoarticolicompleti.blogspot.com/2010/11/qualita-e-sostenibilita-un-po-di-dati.html

Leggete!!

Il concetto di sostenibilità applicato all'assistenza socio sanitario

Nell’articolo si considerano le fondamenta su cui si costruisce la 833 in particolare l’articolo 32 della Costituzione italiana. La legge 833 prende forma e viene deliberata in un momento storico particolare della Italia e dell’Europa e i principi su cui si fonda si ispirano al concetto di Welfare state ; si considerano in particolare i principi dell’ universalità, dell'eguaglianza e dell'equità di accesso alle prestazioni e ai servizi. L’invecchiamento demografico e la composizione di una società sempre più multiculturale stanno interrogando a fondo questo tipo di impostazione. Si affronta quindi il principio di sostenibilità applicato all’assistenza socio sanitaria sviluppato da Daniel Callahn bioeticista americano : la realizzazione di tale approccio si accompagna necessariamente allo sviluppo di una maggiore responsabilità individuale nei confronti della salute attribuendo a ciascuna persona parte della necessità di prendersi cura della propria persona.

Per leggere l'intero articolo clicca sul link:

Il concetto di sostenibilità applicato all’assistenza socio sanitaria - di Giuliana Masera

Leggi l'articolo!!

mercoledì 10 novembre 2010

Intervista a Letizia Espanoli

             Letizia Espanoli

Voglio ringraziare l'amica Letizia per la  sua disponibilità a per l'estrema flessibilità operativa.
Le ho inviato una domanda su come lei vede questo momento difficile e se sarà possibile mantenere alta la qualità dei servizi in una situazione di risorse scarse e forse anche decrescenti.
Mi ha risposto mandandomi questo video.
Il video è stato proiettato nell'ultimo workshop  condotto dall'associazione ANOSS al Forum sulla non autosufficienza che la Maggioli ha organizzato a Bologna il 3-4 novembre.
Cliccate sul video e aprite una riflessione sulle affermazioni di Letizia!

sabato 6 novembre 2010

Il Punto - Evitare il 2012

Se c’è una cosa che balza all’occhio facendo un primo rapido consuntivo del “Forum della non autosufficienza” a cui ho partecipato a Bologna è che nulla è come sembra. Questo perché tutto il variegato mondo degli operatori del sociosanitario ancora sta camminando nella via che negli anni scorsi è stata disegnata e poi anche, parzialmente, realizzata ma questa via sta per essere drammaticamente sconvolta e sta per essere ingoiata in una voragine come accade nella fine del mondo prospettata dal film 2012. Certo non sarà la fine del mondo materiale ma la fine di quel mondo a cui abbiamo creduto fin’ora si, lo sarà!

Come potranno i nostri controllori regionali presentarsi candidamente a chiedere determinati livelli di qualità dei servizi se nessuno li potrà realizzare con le risorse date?

Come faranno i responsabili regionali a guardare in faccia ai gestori quando consegneranno le norme dell’accreditamento mentre con l’altra mano porgeranno l’amaro calice dei tagli finanziari?


E chi potrà ancora credere nella programmazione locale se il fondo per la non autosufficienza non sarà mai sufficiente a coprire il fabbisogno numericamente crescente!?


I primi ad andare in crisi saranno proprio i componenti dell’apparato di offerta dei servizi, cioè i gestori, ma in senso lato, ovvero non i soli responsabili, bensì l’intero apparato produttivo. Ad uno ad uno, dal vertice alla base prenderanno coscienza che, per qualche ragione inesplicabile, non si può più andare avanti come prima. Per qualcuno sarà prendere atto di una realtà senza capirne le cause, anche perché chi queste cause già fin d’ora conosce si guarda bene dal diffonderle, e per qualcun altro, più avveduto o semplicemente più informato, sarà un momento di dolorosa conferma di un timore che già da tempo aleggiava.

Per la verità fin’ora avevo pensato che il secondo decennio del nuovo secolo avrebbe visto il crollo delle gestioni pubbliche a favore delle organizzazioni private profit e non profit, con una certa prevalenza di queste ultime per alcuni presupposti ideali e culturali. Oggi ho qualche dubbio in più: nessuno al mondo è sufficientemente attrezzato per compiere miracoli, quindi alle regole attuali nessuno, ne pubblico né privato potrà farcela. Certo tra le due tipologie organizzative non c’è dubbio che quella privata ha qualche possibilità in più, ma non così come le cose sono organizzate oggi. Sarà interessante studiare in futuro le reazioni del variegato mondo dei servizi a questo stato di cose; cioè sarà ionteressante vedere come si comporteranno i gestori al momento in si concretizzeranno le previsioni catastrofiche. Il sistema pubblico, già farraginoso per sua impostazione storica, sovraccaricato di fardelli burocratici e fiscali, non potrà che cedere e cadrà per volontà stessa dei comuni. Una specie di eutanasia del gestore pubblico per impossibilità da parte dei suoi soci fondatori di mantenerlo. I produttori privati, a quel punto, benché dotati di maggior efficienza/efficacia non potranno comunque coprire il fabbisogno se non offrendo un calo di qualità per i clienti dei posti accreditati e una segmentazione di livelli di qualità per i posti liberi che dovranno essere previsti in sempre maggior numero. Come dicevo chi potrà mai credere alla programmazione locale se mancano i soldi per sostenerla? La programmazione non servirà a molto e ci penseranno le regole di mercato.

Mercato come soluzione: non è una bestemmia, è la presa d’atto di una realtà. Pensare che il problema si possa risolvere con una visione di retroguardia basata sulla ripresa di metodi fai da te familistici mi sembra un grave errore di prospettiva che non tiene conto delle condizioni delle famiglie (Famiglie non numerose, lavoro precario, donne che comunque e giustamente non rinunciano a un ruolo professionale, famiglie mononucleari con pensioni minime, redditi insufficienti rispetto ai costi della vita e altre varie amenità…) ma non tiene conto neanche del fatto che le “badanti” oltre a continuare ad essere poco professionali sono anche molto care quando “messe in regola”.

Non potrà non aver spazio la struttura che offre un servizio sufficiente – l’utilitaria dei servizi se mi si consente un paragone automobilistico – un servizio che assicuri il rispetto di requisiti minimi accettati dal mercato. E sarebbe già una buona soluzione: guardate come sono le utilitarie di oggi, sono delle ottime macchine!

Già sono delle ottime macchine per due ragioni: hanno goduto di un notevole sviluppo tecnologico e il regime di concorrenza ha favorito gli investimenti sulla qualità tesi alla conquista di fette crescenti di consenso da parte di un pubblico consapevole.

Ecco la parola chiave: la clientela deve essere consapevole perché la concorrenza tra produttori (pubblici o privati poco importa) possa far crescere davvero la qualità e le garanzie per i consumatori. Ma nel nostro mondo questa consapevolezza non c’è.

Se ci sta a cuore il futuro dei nostri servizi (anche perché in un futuro più o meno lontano sono questi i servizi che, ci piaccia o no, ci dovranno interessare per forza) è da qui che dobbiamo cominciare: diffondere la conoscenza del problema e sollecitare qualunque forma di approfondimento e di miglioramento della cultura specifica rivolta a tutti i cittadini. A tutti perché tutti i cittadini vanno verso questo futuro ed è bene che sappiano meglio organizzare l’aspettativa per loro stessi e per i loro cari.

Se non ci organizziamo dal basso succede come nel film 2012. Chi sa si organizza e risolve il problema per sé e pochi altri con l’appoggio di pochi soggetti finanziariamente potenti e gli altri .. affondano!

lunedì 11 ottobre 2010

Spot registrato per pubblicizzare il convegno ANOSS del 4 nov. a Bologna

ANOSS - Renato Dapero


Buon giorno
L'associazione ANOSS partecipa al Foruma sulla non autosufficienza
con un workshop che si terrà al Savoia Hotel di Bologna
il prossimo 4 novembre alle due e mezza del pomeriggio.


Mi rivolgo a quelli che operano nel mondo soioassistenziale

Partecipate!
Parleremo di assistenza e sostenibilità.

L’eterno problema delle risorse scarse:
riguarda tutte le attività gestionali del mondo
e anche nel nostro settore è drammaticamente presente.

Con questo workshop
vogliamo combattere quella sensazione di disagio e di
confusione che a volte
 la normativa stessa ha contribuito ad incrementare.

Ce ne vogliamo accupare
perchè noi sappiamo
che dentro a questa “zona d’ombra”
vivono e lavorano
migliaia di operatori, a volte soddisfatti del loro lavoro,
ma  troppe volte frustrati
per quella sensazione di impotenza  che si prova di fronte a difficoltà che sembrano insuperabilid
quando le risorse appaiono inadeguate rispetto ad obiettivi giusti e desiderabili.

Parteciapate!
Ci sarà un confronto tra esperti
provenienti da realtà regionali diverse.
Sarà  un worksgop "diverso" che
con stile dinamico e multimediale
farà emergere non solo tecnica,
non solo emozioni,
ma soprattutto spunti aperti
per  una vera partecipazione attiva.
Insieme cercheremo
alcune risposte alle domande più inquietanti
che oggi affliggono  Amministratori,
dirigenti,
quadri e operatori tecnici
dei nostri servizi
ai vari livelli.

ASP
Aziende private e del privato sociale
aziende sanitarie e altre amministreazioni pubbliche
questi i destinatari previsti
dal nostro Workshop


Sarà un momento di apprendimento, ma soprattutto
di ricerca e confronto.
Sarà l’occasione per partecipare al
“convegno che mancava”.

Il più dinamico, il più approfondito....
ma non è tutto…

Partecipate: non vi daremo il tempo di annoiarvi!

Sarà multimediale!

Sarà veramente interattivo!

Sarà un’occasione unica!!

Arrivederci!
Arrivederci e a  BOLOGNA  il 4 novembre al  Savoia Hotel

lunedì 4 ottobre 2010

Non si può tacere! (Il Punto 04 ottobre 2010)

Non si può non dire la nostra di fronte a uno spettacolo di degrado della politica che non ha precedenti da mezzo secolo a questa parte. Quasi vent’anni fa ci siamo scandalizzati per Tangentopoli e Mani Pulite, ma oggi… beh oggi non ci si scandalizza più! E questo è il guaio, siamo assuefatti e solo pochi gridano nelle piazze, ma così facendo si mettono in evidenza in modo negativo, si squalificano da soli. Così è il trionfo della falsità e dell’ipocrisia, del populismo e del decadimento dello Stato di diritto.


Le responsabilità della politica sono enormi, ma quanti di noi sanno dire e fare qualcosa hanno il dovere di farlo. Hanno il dovere di esporsi e denunciare quello che non va e di battersi per cambiare.

Noi non possiamo chiedere agli uomini dei partiti di cambiare, primo perché non siamo organizzati e non ci ascolterebbero, ma poi, soprattutto, perché se anche riuscissimo a farci ascoltare non potrebbero cambiare proprio niente. La politica nelle sue varie formazioni ed espressioni è come un treno in corsa (Non un moderno “Freccia Rossa”, ma un merci carico di container dal contenuto ignoto) non veloce, certo, ma con una massa enorme e quindi con una irrefrenabile inerzia. Prima di vedere un cambiamento in modo naturale bisogna che il treno si fermi. Ma come potrà fermarsi se di giorno in giorno si accendono polemiche che alimentano confusione e antipatie e soprattutto stanchezza ed apatia nel popolo? È su questo che confidano per andare avanti: sull’apatia del popolo che alimentano con fervore ogni giorno, con una marea di sciocchezze distraenti.

Con questa situazione di fondo come possiamo aspettarci che il nostro settore abbia delle possibilità di maggiori investimenti? Soldi non ce ne sono molti anche perché questo strano tipo di democrazia che c’è in Italia costa molto, forse troppo per le garanzie che offre. Ci vorrebbe una democrazia … più democratica! I cittadini dovrebbero contare di più in ogni campo, ma anche e forse soprattutto nel mondo dell’assistenza socio-sanitaria. I politici, in fondo devono fare quello che vuole la maggioranza, il problema è che i cittadini vengono distratti dalla realtà e dai loro stessi diritti. Possibile che qualcuno possa far infervorare le piazze dicendo che dobbiamo liberarci dal rischio delle troppe intercettazioni telefoniche? Ma la massa dei cittadini, lavoratori onesti o disoccupati altrettanto onesti rischia forse di essere intercettata? E a quale scopo potrebbe mai succedere una cosa simile?!! Per sapere come stanno i figli o se la fidanzata di Tizio adesso si è innamorata di Caio? A chi potrebbe mai interessar spiare questo al punto da mettere in atto costose intercettazioni per un’azione puramente vouieristica e assolutamente lontana dalla probabilità di scoprire dei comportamenti illeciti. Si da il caso che la stragrande maggioranza non commette reati per poi parlarne al telefono la stragrande maggioranza è costituita da persone semplici che il più grande illecito che commettono è qualche infrazione automobilistica. Dunque questo è solo un esempio, ma serve appunto a dimostrare lo stato confusionale coatto in cui i cittadini vengono mantenuti da una politica sempre in campagna elettorale e sempre impegnata a fare comizi denigranti.

Lo scopo delle mie parole è quello di scuotere qualcuno dal torpore. Basta credere, basta limitarsi, come massima reazione a cambiare partito, così senza riflettere. Forse bisognerà anche cambiare partito ma quello che soprattutto oggi si deve fare è svegliarsi! Capire e farsi sentire.

Capire e farsi sentire è una necessità imprescindibile per gli utenti dei servizi e lo devono fare autonomamente o attraverso loro rappresentanti o tutori, ma è una necessità anche per i parenti e infine per i lavoratori del settore la cui immagine e stabilità può essere messa in crisi da una riduzione della qualità del lavoro nelle strutture e nei servizi in genere.

Qualche settimana fa, nell’ultimo “punto” ho sostenuto che possono essere trovate risorse se eliminiamo la corruzione, anche nelle nostre realtà e come corollario la creazione di una forma di autoregolamentazione dei lavoratori del settore. Ho parlato della possibilità di una riedizione di forme autoregolamentate paragonabili alle antiche corporazioni. Certo il passato non si ripropone così, semplicemente. Bisogna pensarci bene, ma una cosa è certa: la civile convivenza e lo sviluppo professionale richiedono regole certe che oggi lo Stato non è in gradi di dare e così come non ci da le regole neanche ci offre un esempio di luminosa onestà di comportamento da seguire. Quindi ci dobbiamo arrangiare. Dobbiamo crearci il substrato di cultura appropriato, dobbiamo attrarre le menti più giovani e far sentire che dentro di noi c’è una forza immensa che deve essere spesa per il bene comune ma che non può trovare il modo di esprimersi se non c’è una contropartita. La contropartita deve trovare coronamento in una miglior retribuzione (e qui si deve pensare come fare) ma anche in una miglior remunerazione in termini di soddisfazione umana e professionale.

Nessuno ci dirà mai “Bravo”. Lavoriamo nell’ombra e nell’ombra sono ben contenti di mantenerci. E allora da questa posizione scomoda e improduttiva dobbiamo reagire per il bene nostro e di chi da noi riceve i servizi.

La prima cosa è la consapevolezza. Uniamoci e lavorando al principio comune arriveremo, grazie alle nostre qualità di operatori ad essere riconosciuti e così affermeremo che la nostra presenza e valorizzazione sono indispensabili se vogliamo costruire un welfare migliore.

Dobbiamo continuare insieme ad approfondire questo tema.

venerdì 17 settembre 2010

Innovazione nelle relazioni industriali. Il caso FIAT.

Ci son fatti di cronaca a cui non è improprio attribuire il significato e il valore di un vero e proprio spartiacque tra epoche. È questo il caso delle recenti decisioni del gruppo FIAT, sulle prime apparse come episodiche e circoscritte, poi, a poco a poco, sempre più avviate ad assumere un valore diverso, man mano che se ne intravedeva la portata. Fin dalle prime schermaglie tra Azienda, Governo e Sindacato subito si è capito che il nuovo stile di management del personale non si sarebbe limitato al caso in discussione, ma avrebbe assunto portata generale in ambito aziendale e non solo. L’accordo di Pomigliano riguarda una singola fattispecie ed è universale al tempo stesso, perché è fattore assoluto di novità. Introduce il seme del cambiamento nel mondo della produzione metalmeccanica che per la sua tradizionale vocazione di “apripista” nel mondo delle relazioni industriali fornirà base ed esempio a molti e, alla fine, a tutti i settori produttivi.

Per leggere l'intero articolo vai al link Il caso FIAT

mercoledì 8 settembre 2010

Dossier 191-2010 - I contratti di servizio tra Enti Locali e ASP in Emilia Romagna.

Nell’ultimo numero della news letter ANOSS si diceva che ora bisogna rivolgere l’attenzione ai problemi connessi al diritto all’assistenza con riguardo alla qualità del servizio e al tema della sostenibilità economica per mettere a fuoco il difficile rapporto tra un diritto e le risorse disponibili. Si sottolineava il contrasto tra i bisogni - in crescita - e le risorse – proporzionalmente decrescenti - in conseguenza anche della crisi economica che colpisce tutti i settori produttivi.

Per un approfondimento sulla crisi e sulla manovra del governo clicca sul link di seguito riportato
http://daperoricercasociosanitaria.blogspot.com/2010/08/manovra-definitivamente-approvata-presa.html

La manovra, comunque venga venduta, ridurrà il potere di spesa degli enti e le disponibilità economiche dei cittadini. Le Regioni hanno espresso la loro contrarietà alla manovra, ma dal canto loro si stanno muovendo in modo attento e appropriato? Si va dritti verso un grave problema di razionalizzazione della spesa che, tradotto, significa contrazione e le Regioni stanno facendo tutto ciò che è in loro facoltà oltre ad animare “teatrini”?

Mi capita tra le mani il dossier 191-2010 Dossier 191-2010 dell’Agenzia sanitaria e sociale della Regione Emilia Romagna che riguarda i rapporti ASP Enti Locali. Nella premessa si legge che a livello regionale si è avvertita l’esigenza di fare il punto della situazione sul ruolo che le ASP dovrebbero svolgere a livello territoriale e sugli strumenti che si stanno adottando per coordinarsi con i naturali interlocutori cioè le amministrazioni comunali. Dunque le ASP non sono ancora partite tutte e già si vuole fare un punto sul loro ruolo, già, perché, come le discipline economico-aziendali insegnano (cito dal sommario del dossier) studiando i processi di riforma della Pubblica Amministrazione, la promulgazione di una normativa seppure adeguatamente strutturata e articolata—non necessariamente garantisce il raggiungimento degli obiettivi perseguiti (Borgonovi 1999). Ma non era necessario scomodare un accademico per sapere che le norme, figlie di una struttura di pensiero giuridico burocratico, non incidono quasi mai sulla realtà in modo identico agli obiettivi. La realtà è sfuggente, dinamica ,ambigua, la legge troppo precisa, frutto di una cultura garantista e autorizzativa; non ha niente di dinamico, se non l’interpretazione. Con una legge si può efficacemente modificare un codice civile o penale o di procedura, ma difficilmente si può istituire un nuovo ente,che di nuovo ha solo il nome, a cui affidare il compito di governare processi produttivi di beni e servizi.

Tutto questo lo stiamo imparando a nostre spese così come stiamo imparando, anche grazie alle dotte citazioni del dossier, il significato di governance (Rhodes 1996): “forma non gerarchica di governo in cui aziende e istituzioni private non statali partecipano alla definizione e realizzazione di politiche pubbliche”

Il dossier descrive i contenuti del contratto di servizio e svolge un’analisi sugli strumenti di governance e dei rapporti tra Enti Locali ed ASP.
 Leggi un articolo,  continua clik qui!!!


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martedì 7 settembre 2010

Il caso FIAT. A noi del socio-sanitario, cosa insegna?

Il caso FIAT. A noi del socio-sanitario, cosa insegna?


Ci son fatti di cronaca a cui non è improprio attribuire il significato e il valore di un vero e proprio spartiacque tra epoche. È questo il caso delle recenti decisioni del gruppo FIAT, sulle prime apparse come episodiche e circoscritte, poi, a poco a poco, sempre più avviate ad assumere un valore diverso, man mano che se ne intravedeva la portata. Le prime schermaglie tra Azienda, Governo e Sindacato hanno messo in evidenza che l’intento è di carattere generale nell’ambito dell’Azienda, ma non solo, al tempo stesso è fattore di novità in senso ancor più generale in quanto introduce il seme del cambiamento nel mondo della produzione metalmeccanica che per la sua tradizionale caratteristica di “apripista” nel mondo delle relazioni industriali fornirà base ed esempio a molti e, alla fine, a tutti i settori produttivi.

Due posizioni hanno colpito: da una parte quella di alcune parti sindacali che hanno gridato allo scandalo per un atteggiamento che potrebbe aprire una stagione di repressione di diritti dei lavoratori fin’ora garantiti dalla vigente Carta Costituzionale e dall’altra quella dell’Azienda che attribuisce ai lavoratori un atteggiamento ambivalente basato su una grande attenzione ai diritti non suffragata però da altrettanto rispetto per i corrispondenti doveri. La posizione mostrata dalla FIAT, almeno quella più evidente e dichiarata, è che bisogna arginare una tendenza antiproduttiva e inefficiente dei lavoratori, intesi in senso generale e ovviamente senza riferimenti specifici, che non capiscono, in sostanza, che la consistenza reale dei diritti poggia e trae fondamento proprio nella corrispondente assunzione di responsabilità riguardo ai doveri del lavoratore. Anche questo concetto è figlio della Costituzione repubblicana, altrimenti che significato potremmo attribuire al dettato dell’art. 1? Se l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro dobbiamo interrogarci su cosa intendiamo per lavoro; forse semplicemente “avere un posto” o sostenere le responsabilità connesse a quel posto!?

Senza fare un’analisi della storia recente e, come alcuni hanno fatto, sostenere un processo contro il sindacato che sarebbe reo di aver creato un clima di appiattimento e rivendicazione oltre ogni ragionevole oggettiva necessità, ci si può limitare alla considerazione che il sindacato è corresponsabile di un grande processo di demotivazione basato sulla contrapposizione con il datore di lavoro e su un dilatato egalitarismo spesso fuori equilibrio per aver posto l’accento sugli uguali diritti trascurando, per evitarne la conseguente impopolarità, gli uguali doveri ai fini dell’efficienza produttiva. La corresponsabilità del Sindacato presuppone la presenza di altri responsabili. Governo e Media, non c’è bisogno di cercare tanto! Non questo o quel governo (centrale o periferico) ma la gestione politico-amministrativa degli ultimi 50 anni che non ha saputo adottare strumenti appropriati per favorire la crescita di responsabilità né dei lavoratori né delle aziende. Sono stati chiesti investimenti in aree dove la produttività non sarebbe stata elevata per gestire il consenso offrendo “posti” (non lavoro responsabile) e ponendo così le basi per un’ulteriore diminuzione della produttività. Di conseguenza sono stati dati incentivi alle aziende che investivano riducendo il senso di responsabilità delle aziende stesse a cui non si sarebbe mai dovuta dare la sensazione di poter vivere al di sopra e al di fuori di ogni necessità competitiva essendo sufficiente un buon rapporto e una buona integrazione col potere politico. I media poi hanno fatto il resto: comunicazione narcotizzante e creazione di falsi miti di benessere, proposizione di obiettivi di vita riconducibili alla giovinezza, alla bellezza, ai consumi futili, alla crescita sociale legata alla visibilità televisiva.

Tutto questo, forse, ha preparato il terreno per un Governo che vuole la strada spianata per vivere, ma così può solo vivere alla giornata, non può fare programmazione e men che meno può svolgere alcuna funzione formativa verso i cittadini nè può cotituire elemento di indirizzo e garanzia per corpi civili e parti sociali.

Fin qui la critica al sistema, ma cosa c’entra tutto ciò con il nostro settore sociosanitario? Semplice: Governo, Sindacato e Grande Azienda, conducendo battaglie per integrare i distinti obiettivi, creano una visione della società che s’impone in termini generali influenzando in modo determinante la cultura del lavoro. Ora, da qualunque punto di vista si guardi il problema non si può che rilevare l’urgente bisogno di intervenire proprio su un punto relativo alla cultura del lavoro. Non c’è altro da fare che lavorare sulla formazione del personale, ma come già ho avuto occasione di dire, non tanto sulla cultura tecnica e quindi sugli aspetti pratici sul come intervenire materialmente sul “prodotto” (cioè la cura assistenziale), ma sull’approccio intellettuale stesso al lavoro in generale e al lavoro di cura in particolare.

Un aiuto a capire quale possa essere la nuova strada da seguire viene dall’intervento al meeting di Rimini dell’A.D. della FIAT Marchionne. Egli ha parlato con esempi tratti dalla sua esperienza e citazioni letterarie (Viaggiare è una brutalità. Obbliga ad aver fiducia negli stranieri, a perdere di vista il comfort familiare della casa e degli amici. Nulla è vostro tranne le cose essenziali: l’aria, il sonno, il sogno. -Cesare Pavese)

La conclusione di Marchionne è che abbiamo bisogno di cambiare ambiente e di conoscere altre culture. Certo il suo ragionamento parte dall’esperienza di direzione di una grande multinazionale dell’automobile e nel suo caso è evidente che le esperienze straordinarie di conoscenza di altre lingue, altri luoghi e altre culture è indispensabile per progettare un futuro ad ampiezza globale. Nel nostro caso sembra meno urgente ragionare così. In realtà anche per le aziende di sevizio è indispensabile capire la trasformazione del mondo e i fenomeni di integrazione culturale e sociale che si stanno sviluppando. È indispensabile capire cosa fa la politica per difendersi da un’inevitabile burn-out prodotto dalla discrasia tra ciò che viene chiesto agli operatori e ciò che viene assicurato in termini di risorse. È indispensabile, infine, per aprire la nostra mente e renderci meno vulnerabili. Il lavoratore dell’assistenza deve comprendere la sua posizione e deve condividere la missione della sua azienda di servizio. Pubblica o privata che sia l’azienda deve assicurare l’integrazione delle culture professionali e umane. La nuova formazione deve avere una base umanistica formidabile e deve aiutare il lavoratore a scavare nel suo profondo per ritrovare tutte le energie che servono per continuare in un’opera che sembra non solo mal retribuita ma anche socialmente squalificata.

Non si deve passare sotto silenzio quelle che sono le responsabilità della politica italiana di cui, sia pur in modo non frontale, anche Marchionne ne sottolinea la negatività. Dal suo discorso di Rimini: “Molto spesso le ragioni del declino sociale ed economico di un Paese hanno a che fare con ciò che non abbiamo saputo o voluto trasformare, con l’abitudine di mantenere sempre le cose come stanno”. La crisi, dice, ha reso più evidente e più drammatica la debolezza della struttura industriale italiana e dobbiamo osservare che la crisi mette in evidenza anche molte altre cose e forse si risolverà come un toccasana dei peggiori male del nostro tempo. La politica ignorante e corrotta è la nostra più grande debolezza. Ignorante perché vuole occuparsi di tutto e non ne ha le capacità (Invece del Governo del fare avremmo bisogno di un Governo del lasciar fare a chi è capace). Non passa la mano della gestione dei servizi alle imprese non per principi ideali di equità distributiva dei servizi stessi ma perché rappresentano un’area altamente produttiva di un settore che non conosce crisi che va sotto il nome di “poltronificio”. Quanto alla corruzione non è il caso di addentrarsi: troppi esempi a livello centrale hanno occupato le prime pagine e troppi esempi conosciamo direttamente nei singoli territori.

La corruzione purtroppo è una malattia contagiosa e a rapida diffusione. Se è corrotto chi occupa posizioni superiori alle nostre ci autorizza ad esserlo a nostra volta, se lo fanno molti, moltissimi, quasi tutti… fa sentire per lo meno “stupido” chi non lo fa, ma nessuno vuol giudicarsi stupido da solo! Ma il contagio non si ferma. È già grave che tutti gli apparati pubblici siano soggetti, almeno potenzialmente, a questo contagio, ma c’è di peggio. C’è un’ulteriore conseguenza: il male si estende a tutti in una forma diversa. È un po’ come un virus che si allarga a macchia d’olio ed è soggetto a mutazioni, provocando un male simile per natura ma diverso negli effetti. Come un virus è difficile da combattere e come un virus può provocare danni di proporzioni enormi. La corruzione genera tolleranza verso il male e questa tolleranza a sua volta genera varie forme di reazione tutte negative che vanno dall’indifferenza all’emulazione. Si può rifiutare il male con indifferenza – altro sarebbe combatterlo - ma ciò porta a rifiutare contemporaneamente il sistema, così si arriva a chiudersi in noi stessi e addio produzione! Si può assuefarsi al male e non ritenerlo più tale. Se tutti fan così, perché non accettarlo? Il corrotto e così pure il corruttore deve esser per forza tollerante e alla sua corte, di certo, non regnerà l’efficienza!

C’è una domanda impellente nei nostri servizi: come facciamo a ricuperare risorse?
Ebbene, tagliamo i costi della corruzione e anche nel socio-sanitario troveremo un buon contributo da spendere per la qualità della vita! 

Per fare questo non bastano le leggi e neanche basta cambiare i governanti. Bisogna cambiare la cultura della gente, fare in modo che cessi questo clima di tolleranza e di apatia sostenuta e addirittura coltivata dai palinsesti televisivi che ogni giorno allagano le nostre case col germe del qualunquismo nel sonno dell'ignoranza ogni tanto ravvivato da una scossa  di pruriginoso vouierismo.
Bisogna reagire, cambiare, muoversi, andare. Come diceva Cesare Pavese, dobbiamo imparare a poggiare solo su noi stessi e dobbiamo farlo in fretta. Come ha fatto intendere Marchionne a Rimini: non dobbiamo rimanere immobili in una struttura chiusa avendo i nostri risultati come riferimento, ma guardare avanti e confrontarci col resto del mondo.
Questo modo di ragionare potrebbe anche determinare la rivalutazione di concetti che riportano allo schema della civiltà corporativa.
Forse a qualcuno non piacerà il nome, forse a qualcun altro non piacerà il fatto in sé, ma il fatto è che una comunità di professionisti con un certo grado di serietà e una volontà precisa di affermare la propria identità culturale e professionale oggi sarebbe più forte dello politica, sarebbe politica sua volta e, non ho difficoltà a dirlo, sarebbe una politica migliore di quella a cui siamo assuefatti.

lunedì 9 agosto 2010

Buon Ferragosto!



FERRARA 23 SETTEMBRE -Anteprima seminario sul contratto di servizio.

ANOSS continua nel percorso di studio delle norme sull'accreditamento dei servizi sociosanitari in Emilia-Romagna. Ormai ci stiamo avviando alle battute conclusive e a Ferrara il 23 settembre si terrà un seminario sul tema del "Contratto di servizio"

Il programma è già completo e subito dopo la settimana di vacanza verrà pubblicato.

Per adesso si può anticipare che si tratta di un programma ricco di spunti di studio e interessanti per il taglio pratico e operativo. Si svolgeranno temi di carattere generale e specifici approfondimenti mettendo in rilievo le opinioni e i punti di vista di diverse tipologie di enti e soggetti interessati al problema.

Dunque non prendete impegni per il 23 settembre!



Tutti a Ferrara, che oltretutto è una città bellissima !!!

ASSISTENZA: Diritto e sostenibilità. Bologna 4 novembre 2010 - Centro congressi Savoia Hotel

ANOSS sez. Emilia Romagna collabora al 
FORUM della Non Autosufficienza.
Bologna 4 novembre ore 14,30


Con un Workshop dal titolo:
“Diritto all’assistenza e sostenibilità economica; strumenti di valutazione dell’utenza per la qualità e per la razionalizzazione della spesa. Norme, esperienze e sperimentazioni.”

Di seguito si riporta l'abstract del convegno.
"Il workshop studia i problemi connessi al diritto all’assistenza con riguardo alla qualità del servizio e una specifica attenzione per il tema della sostenibilità economica. Si tratta di mettere a fuoco il difficile rapporto tra un diritto, sancito dalle leggi - sempre confermato nelle norme regionali- e le risorse disponibili. Il quadro di riferimento mette in evidenza un forte elemento di contrasto tra il dato relativo ai bisogni - in crescita - e il monte risorse – proporzionalmente decrescente - in ragione anche della crisi economica che colpisce tutti i settori dell’economia.


La situazione impone di razionalizzare la spesa e di salvare la qualità dell’assistenza per una vita dignitosa degli anziani non autosufficienti e induce all’analisi del problema centrale: risorse insufficienti per un obiettivo alto. È l’eterno problema delle risorse scarse, che investe per definizione tutte le gestioni del mondo, che, declinato nel nostro settore e nel nostro tempo, presenta peculiarità non comuni e poco studiate o forse poco comunicate al grande pubblico degli operatori e stakeholders.


Con questo workshop vogliamo combattere la sensazione di oscuramento che non consente di percepire il problema nella sua interezza. Norme che stabiliscono diritto all’assistenza, che promuovono un accreditamento proteso ad un miglioramento costante con investimenti e costi di gestione elevati, norme che prefissano la misura della remunerazione dei servizi per un contenimento della spesa, scelte strategiche di egemonia della gestione pubblica a volte smentite dai fatti. Tutto questo ha creato molta confusione, ma dentro a questa “zona d’ombra” vivono e lavorano migliaia di operatori che rischiano la frustrazione per l’incongruenza del rapporto tra risorse e obiettivi.


Per questo nel workshop sono stati coinvolti Responsabili di Uffici e Servizi, Consulenti ed Esperti e Operatori, tutti dotati di esperienze specifiche nel settore tali da offrire una visione ampia del problema e dare qualche risposta agli interrogativi di un’ampia gamma di interessati. Anche grazie a possibili confronti tra realtà regionali diverse e allo stile dinamico e basato sull’esperienza degli interventi, saranno portati alla luce spunti di riflessione sulle domande più inquietanti e ricorrenti di Amministratori, Dirigenti, coordinatori, quadri intermedi e operatori tecnici di aziende pubbliche o private di servizio alla persona, di Aziende sanitarie e altre Amministrazioni Pubbliche."



Programma.


Maria Mongardi, Regione Emilia-Romagna - Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali – Governo clinico, qualità dell’assistenza e valorizzazione delle professioni sanitarie.
Profili di assistenza degli ospiti delle strutture socio assistenziali in Emilia Romagna. La sperimentazione del sistema RUG III

Sabrina Belardinelli, Consulente e Valutatore Accreditamento Strutture Sanitarie e Socio-sanitarie Regione Umbria, Direttore Qualità e Prevenzione POLIS soc. Coop. Sociale
La valutazione multidimensionale nei Sistemi di Gestione per la Qualità e nell’Accreditamento Istituzionale.

Stefano Garbin, Responsabile area anziani – Emmeerre- Soc. coop. (Consulenza e formazione)
Il caso della Regione Veneto tra accreditamento e strumenti di classificazione (SVAMA).

Giovanni Maria Soro, Direttore Attività Sociosanitarie Azienda USL di Piacenza
Accreditamento e strumenti di valutazione e classificazione. Aspetti economici e gestionali.

Roberta Ferretti, Medico Geriatra collaboratrice POLIS Soc. Coop. Sociale Perugia
VAOR RSA/RUG III: definizione di un indice sintetico del fabbisogno assistenziale degli ospiti in residenza (case mix) in Umbria

Giancarlo Iannello, Responsabile servizi sociali ASL di Pavia
L’accreditamento dei servizi sociosanitari in Lombardia e la ripartizione delle responsabilità tra P.A. ed enti erogatori dei servizi. Strumenti di valutazione e classificazione (SOSIA).

Chairman
Renato Dapero, Presidente ANOSS Emilia Romagna

 Per accedere al sito ufficiale della manifestazione clicca sul link
http://www.nonautosufficienza.it/workshop0411_anoss.php

Per Leggere un articolo intitolato: "Diritto all’assistenza e sostenibilità economica; come sarà garantita la qualità in scarsità di risorse?" clicca sul link
http://daperoarticolicompleti.blogspot.com/2010/08/diritto-allassistenza-e-sostenibilita.html

8° Congresso Nazionale CARD - La qualità del sistema di assistenza territoriale e il valore delle relazioni per un Distretto

La Confederazione Associazioni Regionali di Distretto - CARD - ha convocato l'ottavo congresso nei giorni 16, 17 e 18 settembre a Padova.

Questo il tema:
 In un quadro di risorse definite (Patto per la Salute 2010-2012) e in un contesto complessivo d`incremento dei costi, il Congresso si pone di dare una risposta attraverso la misura dei risultati di processo e di esito, la revisione continua dei percorsi assistenziali, il lavoro per obiettivi, l`attenzione al cittadino e al clima organizzativo interno.

Per tutte le informazioni necessarie clicca sul link
http://www.distrettisanitari.it/

domenica 8 agosto 2010

REGIONE EMILIA ROMAGNA - DOSSIER sui contratti di servizio tra Enti Locali e ASP

La Regione Emilia Romagna ha pubblicato un dossier messo a punto dall'Agenzia Sanitaria e Sociale Regionale contenente le linee guida per il governo dei rapporti di committenza e riguardante, in particolare, i "Contratti di servizio" tra gli Enti Locali e le ASP. (Nella colonna a fianco clicca sulla copertina e scarica il testo).

Nel primo capitolo si descrive il "modello di governance" dopo aver fatto una breve introduzione sulla riforma del ruolo dello Stato in campo sociale e produttivo.
All'inizio del '900  il compito dello Stato era costruire il sistema dei diritti fondamentali. C'è in questa fase una prevalenza dell'iniziativa privata (Allo Stato: Difesa - Ordine pubblico - Potere giurisdizionale) con una situazione di accentramento e di gerarchia nelle funzioni statali.
Dopo gli anni '30 e fino agli anni '70 si sviluppa lo "Stato dei servizi" con la progressiva espansione della sfera pubblica nella produzione di beni e servizi. obiettivi importanti sono la redistribuzione della ricchezza e un andamento più armonioso dell'economia.
Negli anni '80 tale modello va in crisi sia per la fattibilità sociale che per quella economica.
Le cause sono due e precisamente:

  • A fronte di una crescita dei biosogni di una società sempre più complessa ed esigente c'è l'incapacità dell'Amministrazione Pubblica di compiere un adeguato rinnovamento mantenendosi ancorata alla cultura giuridica e priviligiando gli aspetti di regolarità formale.

  • Lievitazione della spesa pubblica fino a diventare insostenibile sia per l'insufficienza delle risorse sia  per la crescente oposizione all'aumento dell'imposizione fiscale spingendo i Governi verso razionalizzazioni e contenimento.
Questi limiti hanno portato allo "Stato regolatore"che deve valorizzare e mobilizzare le risorsae già presenti nella società. La P.A. deve farsi quindi promotrice dello sviluppo economico e sociale del territoprio di riferimento.

La seconda parte parla della nascita delle ASP. Queste sono inserite in un pi
ù ampio sistema di welfare comunitario e devono garantire la continuità dei servizi èprecedentemente resi dalle IPAB e, se possibile, ampliarli. Le ASP devono andare verso maggiori livelli di efficienza ed efficacia e per questo devono pensare ad interventi formativi, alla valorizzazione dei patrimoni, alla omogeneità dei criteri di bilancio, devono redigere un piano programmatico, un bilancio pluriennale e uin bilancio sociale oltre che il preventivo e consuntivo.

Il cap. 3 oltre a descrivere i contenuti del contratto di servizio svolge una breve analisi sugli strumenti di governanc e dei rapporti tra Enti Locali e ASP
Gli Enti Locali sono proprietari ecommittenti, mentre le ASP sono enti di produzione ed eccezionalmente di subcommittenza.
MOlto interessante il pensiero del Prof. Borgonovi che viene riportato ( Borgonovi e altri - Management delle Isituzioni Pubbliche -  Egea, Milano 2009) secondo il quale si possono determinarte contrasti per la coincidenza delle funzioni legate alla proprietàù e alla committenza, infgatte se come proprietario l'ente locale cercherà di massimizzare il rendimento finanziario  e patrimonuiale dell'azienda, come committente cercherà di massimizzare i benefici per i cittadini-utenti, minimizzando il loro esborso diretto o indiretto. Molto innteressante non c'è che dire, ma credo che sia una questione del tutto teorica. credo che non privilegieranno mai il profitto: nel DNA degli amministratori pubblici c'è la ricerca del consenso non il propfitto. In ogni caso la non ortimizzazione della redditività dell'azienda è un danno per i cittadini quindi indirettamente è un alemento penalizzante, ma appunto, indirettamente e quindi gli amminisatratori, nella stragrande maggioranza, ignoreranno questo problema.  Per evitare difficoltà sarebbe giusto che gli Enti Locali alienassero i beni che costituiscono il patrimonio immobiliare e strumentale delle aziende. I proprietari privati non cadrebbero negli stessi errori.

Nel cap. 4 c'è un'analisi degli elementi che caratterizzano i contratti di servizio già stipulati tra enti committenti e ASP. Si tratta di 17 ASP e 89 Comuni. Di questi solo 57 hanno stipulato un contratto di servizio con la propria ASP.
Nel caso poi in cui in un distretto operino due ASP si è osservato che, di fatto, queste si sono spartite i contratti. Ciò sembra giustificato dal fatto che si proviene da una situazione di forte radicamento della singola azienda (prima IPAB) nel suo proprio territprio.

OMbre e luci... vedremo fra qualche tempo!


 

Il "Rapporto sulla non autosufficienza 2010"

Il 20 luglio è stato pubblicato il "Rapporto sulla non autosufficienza" a cura del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. (Nella colonna a fianco clicca sulla copertina del Rapporto per leggerlo e scaricarlo)

Più di 80 pagine per fare il punto sulle previsioni demografiche e sulla disabilità, per studiare  la situazione dell'assistenza agli anziani non autosufficienti in Italia, l'esistenza della rete dei servizi e gli impegni economici finanziari di oggi e del prossimo futuro.
A questo si aggiungono alcuni capitoli "FOCUS"
  • sui sistemi di valutazione multidimensionale
  • i servizi domiciliari
  • il lavoro privato di cura
  • i servizi residenziali
  • le demenze
  • le soluzioni innovative
  • i trasferimenti monetari
  • anziani e fondi integrativi
Il testo richiede una lettura attenta: potremo farla "sotto l'obrellone", ma forse è meglio farla subito dopo, appena tornati, quel poco di vacanze è meglio farle senza pensare...
Una sola cosa però è giusto segnale: ad una prima lettura del FOCUS Soluzioni innovative, che sarebbe di importanze gerande e strategica, non si trova niente che riguardi la formazione del personale in termini, appunto, innovativi.
Come si potrà pensare di fare qualcosa di innovativo senza occuparsi di formazione? Come si potrà continuare con gli schemi tradizionali della formazione della figure porofessionali chiamate ad affrontare un problema finora sconosciuto? (Aumento della domanda e diminuzione delle risorse..!)

Dobbiamo prendere  a cuore, per adesso e per l'immediato futuro, il problema dell'innovazione e bisogna molto investire su di esso. Bisogna prenderlo in esame a 360 gradi !!
Quindi anche e soprattutto in riferimentoal personale!

Prossimamente ce ne occuperemo con continuità!

ANASTE - Rinnovo Cariche in Sardegna - Considerazioni

Il giorno 23 luglio 2010 si è svolta, presso la Rsa “Sole di Gallura” di Olbia, l'Assemblea Regionale dell' Anaste Sardegna con all'ordine del giorno il rinnovo delle cariche statutarie .


All'assemblea ha partecipato anche il  Prof. Alberto De Santis - Presidente Nazionale dell' Anaste ( 50.000 posti letto rappresenti in Italia ).
L'Assemblea ha, ad unanimità, rinnovato l'incarico di Presidente al dottor Nizzardo Gianfranco e nominato il dottor Gianfranco Favini, di Sassari, alla carica Vice Presidente.

Nel corso del suo intervento Nizzardo (Nella foto col Prof. De Santis)  ha in più occasioni richiamato il ruolo e l'importanza delle Residenze Sanitarie Assistenziali sia dal punto di vista della qualità dei servizi erogati sia dal punto di vista dei consistenti potenziali risparmi economico finanziari in capo alla  Regione.


Riportiamo alcuni spunti di riflessione proposti da Nizzardo che riteniamo interessanti ed estensibili anche ad altre regioni:

 Assieme alla Germania, l'Italia è il paese europeo che registrerà, nei prossimi decenni, l'invecchiamento più rapido della popolazione
 In futuro avremmo quindi molti più anziani da assistere e molti meno giovani in grado di prendersi cura di loro.
 La nostra Regione ha chiuso il 2009 con un disavanzo di 225 milioni di euro sul fronte della Sanità Regionale .
 Come evidenziato dal Ministero e dalla Corte dei Conti se la Regione non rientrerà, entro il 31 dicembre , nei parametri nazionali sarà destinata a dover applicare, dal 2011, nuove imposte e tasse a carico dei propri cittadini.
 La sola Regione che in Italia ha chiuso il proprio bilancio della Sanità per il 2009 in attivo è stata la Regione Lombardia . Diciamo da subito che non lo ha certo chiuso per i soli dati legati alle Rsa ma stà di fatto che la Lombardia registra una percentuale del 27,6% di posti letto per mille abitanti in Rsa contro il 4,1 della Regione Sardegna.
 La Regione Lombardia è seguita a ruota dal Trentino dove il parametro è di 10 posti letto in Rsa ogni mille abitanti conto meno dell' 1% della nostra Regione
 A pagina 7 del testo di sintesi del "Rapporto 2010 sulla non autosufficienza"  pubblicato il 20 di luglio si evidenzia che un posto letto ospedaliero per una persona anziana costa 850 euro giorno contro i 99,61 euro medi giorno previsti nella Regione Veneto ( nella nostra Regione costo medio giorno attualmente a carico della Sanità Regionale è di circa 60 euro giorno ). Nella sola citata Ulss 7 del Veneto si evidenzia che il decremento di posti letto ospedalieri e l'aumento dei posti letto in Rsa andrà di fatto a determinare un risparmio annuo di ben 69.134.413,90 euro .

A tutto questo, aggiunge Nizzardo, non ci resta che dire : “chi ha orecchie intenda e chi ha fiato parli”.

E l'Associazione “Anaste Sardegna” che vuole, con forza e vigore, ripartire dal Nord dell'isola, si mette da subito in gioco per poter esser di supporto in termini sinergici, culturali e manageriali con tutte le realtà Regionali e le Associazioni operanti nel settore degli anziani e della non autonomia più in generale.

Il Presidente Regionale Anaste
Nizzardo Gianfranco

Manovra definitivamente approvata. Presa di posizione della Conferenza delle Regioni

Roma, 28 luglio ‘10 (comunicato stampa) - “Con l’approvazione definitiva della manovra non possiamo che ribadire che essa è insostenibile, I tagli sono pesanti e gravi,  ricadranno pesantemente su servizi e imprese - Lo ha dichiarato Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni - Se la Manovra resterà così le conseguenze saranno molto negative.
Le Regioni non alzano bandiera bianca ma continuano a lavorare per le giuste correzioni alla Manovra economica, lavorando sempre in base al principio della leale collaborazione istituzionale.

Per intervenire c’è tempo fino a dicembre, fino all’approvazione della legge di bilancio e di quella finanziaria. Ora si apra un confronto vero e di merito con il Governo, con l’obiettivo di cambiare i pesi quantitativi e qualitativi del decreto 78.
Un passo essenziale in questa direzione è quello di fare chiarezza sui conti pubblici e in questo senso riteniamo che la manovra oramai approvata non ci sia nessun impedimento alla immediata attivazione alla Commissione mista Stato-Regioni e autonomie che consenta di verificare i costi della pubblica amministrazione, dai ministeri agli enti locali. Commissione non ancora attivata - sottolinea Errani - nonostante la condivisione recentemente espressa dal Presidente del Consiglio”.


Per leggee tutti icomunicati stampa della conferenza delle Regioni clicca sul link http://www.regioni.it/mhonarc/readsqltop3.aspx

 


28/07/2010

sabato 7 agosto 2010

Conferenza stampa dei MInistri Fazio e Sacconi - Intervento ANASTE

Roma 21 luglio 2010

I ministri Prof Ferruccio Fazio e Maurizio Sacconi hanno tenuto la Conferenza Stampa  per la presentazione di  uno studio “Rapporto sulla non autosufficienza” preparato dal Dr. Del Favero, Direttore Generale di Azienda sanitaria e presidente di Federsanità di ANCI.

Alla Conferenza Stampa dei ministri ha partecipato anche il Presidente Nazionale dell' Anaste ( 50.000 posti letto rappresenti in Italia ), Prof Alberto De Santis, che ha presentato il  testo che sotto si riporta.

L’evoluzione demografica del nostro Paese (cfr.INRCA-ANCI) conduce verso rapporti sempre più bassi fra popolazione attiva e popolazione non attiva. L’attesa di vita si è alzata moltissimo negli ultimi decenni e, dobbiamo aggiungere noi, soltanto negli ultimissimi anni questo grande fenomeno positivo si è andato molto attenuando per le donne, che tuttavia presentano ancora nei confronti degli uomini un differenziale di sei anni. Il rapporto riconferma un fatto molto positivo: la durata del periodo di non autosufficienza non si è allungata. Tuttavia i bisogni sanitari e sociali della popolazione crescono con l’aumento dell’età ed è facile prevedere che continueranno ad aumentare.


Ciò che è stato giustamente sottolineato è la previsione della riduzione dell’offerta del lavoro di assistenza volontariamente offerto da famigliari e volontari: in particolare i potenziali care-giver per ogni non autosufficiente diminuiscono gradualmente fino al 2025, per poi calare a ritmi molto più sostenuti fino al 2045. Le previsioni, tratte da G.Bertin, non tengono sufficientemente conto dei cambiamenti di attitudine delle donne ad abbandonare il lavoro di assistenza familiare per dedicarsi maggiormente al lavoro: questa attitudine è in grado di accelerare fin dai prossimi anni il calo dell’assistenza dei familiari.


Ad oggi il lavoro di assistenza a domicilio di tipo collaborazione familiare, le cosiddette badanti spesso non sufficientemente formate per assistere un anziano con polipatologie, è stimato dall’IRS in 774.000 persone, al 90% straniere, e soltanto una su tre ha un contratto di lavoro regolare.


Le parti della conferenza che maggiormente interessano Federsalute sono le seguenti.


Le regioni italiane sono molto differenti fra loro e per un gruppo di loro, collocate nel nord-nord est, si può dare la definizione di virtuose, a differenza delle altre da Roma in giù. In quelle virtuose si offre assistenza residenziale alternativa all’ospedale ed anche più assistenza domiciliare, mentre nelle altre si offrono ospedalizzazioni, costose e peggiorative della qualità di vita dei pazienti, e meno ADI. Il ministro Fazio ha promesso che la continuità della cura verrà favorita presto dall’istituzione del fascicolo elettronico personale, di cui parla da quando è stato eletto. E’ fondamentale che chi viene dimesso da un ospedale sappia dove andare e abbia un programma di cure da seguire.


Da Roma in giù si devono chiudere posti ospedalieri ed aumentare residenze come RSA ed anche assistenza a domicilio come l’ADI. In queste regioni del sud soltanto una forma di assistenza è maggiormente praticata, quella monetaria; infatti la frequenza di assegni di accompagnamento è molto maggiore che nelle regioni virtuose, nonostante la popolazione del Sud sia più giovane e quindi ci si dovrebbe attendere meno casi di non autosufficienza. Non si è detto nulla a proposito dei disabili non autosufficienti inferiori ai 65 anni. Tuttavia il 27 c.m. terminerà i suoi lavori la commissione per la riabilitazione, presieduta dal Prof. Fini.


Il ministro Sacconi ha dichiarato che il fondo per la non autosufficienza verrà distribuito in relazione alla virtù delle Regioni: ci si chiede tuttavia come possa essere incentivante un fondo che si limita ad appena 400 milioni di euro per il Paese intero. I fondi integrativi collettivi mutualistici si stanno sviluppando molto in fretta, tanto che Confindustria ha segnalato che ogni rinnovo del contratto collettivo ne prevede l’istituzione. Il 20% di questi fondi deve essere destinato alla non autosufficienza o a cure dentali. Il ministro sembra confidare anche troppo su questo che egli ha chiamato il secondo pilastro (Libro Bianco del 2009). Non prevede possibile alcuna forma di fiscalità e quindi spetterebbe a questi fondi allargare la parte per la non autosufficienza. Si dimentica che in questo modo si aumenta il costo del lavoro in un periodo in cui la disoccupazione ancora aumenta. L contraddizione a suo tempo segnalata (vedi osservazioni di Federsalute al Libro verde del ministro) permane in tutta la sua gravità.

Il Presidente di Federsalute
Prof. Alberto De Santis

"L'OPERATORE SOCIO SANITARIO:NUOVE PROSPETTIVE DI RISPOSTA AI BISOGNI DI SALUTE"

L'associazione AsNOSS e UIL-fpl organizzano la  TAVOLA ROTONDA

21 OTTOBRE 2010 a UDINE

PALAZZO DELLA REGIONE  FRIULI VENEZIA GIULIA

AUDITORIUM VOLTURNO

Via Cecilia Doralice Sabbadini Gradenico, 32 Udine
Nella foto un'inquadratura di Udine


La tavola rotonda si svolgerà dalle 8.00-17.30 con la presenza di autorità dello Stato e della Regione.
Tra gli invitati:
Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali - On. Maurizio Sacconi
Il Ministro alla Salute - On. Ferruccio Fazio
Presidente Regione FVG - Renzo Tondo
Assessore alla Salute FVG - Vladimir Kosic
Lavoro e delle Politiche Sociali Fvg - Paolo Basaglia 


Abstract
Il federalismo e la crisi economica, se non appoggiate da una programmazione sanitaria tarata sulle risorse disponibili e finalizzata a muovere la leva organizzativa e gestionale, non otterranno il risultato che noi consideriamo irrinunciabile: il sostegno alla non autosufficienza, conseguenza anche dell'invecchiamento della popolazione e della cronicità delle malattie.
Tra le politiche sanitarie, non sono certo irrilevanti le politiche del lavoro, in particolare relativamente all'investimento sulle figure a sostegno dei problemi sanitari e sociali.
Tra questi l'operatore socio sanitario, figura rimasta in sospeso tra segnali di attenzione, da parte delle Regioni ed altri di non completamento del quadro, in termini di perfezionamento del percorso formativo, di reclutamento e di precarietà delle risorse formate. Da qui alla revisione dei modelli organizzativi sanitari per avvalersi dell'utilità della risorsa operatore socio sanitario il percorso è breve, in un'ottica di ottimizzazione dei costi dell'amministrazione sanitaria


Per informazioni ed iscrizioni
tel. 3491825052 VIA IX giugno 40 Monfalcone 34074 (Go)

Scrivere al seguente indirizzo mail  friulivg@uilfpl.it
 
Guarda lo spot su you-tube

http://www.youtube.com/watch?v=A_nMKVMPXHk&feature=player_embedded

Condividi su Facebook
http://it-it.facebook.com/pages/operatore-socio-sanitario/85153552905

El Ghibli. Presentazione della rivista on-line

"El Ghibli è un vento che soffia dal deserto, caldo e secco. E' il vento dei nomadi, del viaggio e della migranza, il vento che accompagna e asciuga la parola errante. La parola impalpabile e vorticante, che è ovunque e da nessuna parte, parola di tutti e di nessuno, parola contaminata e condivisa.
È la parola della scrittura che attraversa quella di altre scritture, vi si deposita e la riveste della polvere del proprio viaggio all'insegna dell'uomo e del suo incessante cammino nell'esistenza.
Cosa contraddistingue la migranza, la scrittura migrante, al di là della lingua in cui si esprime? L'identità multipla di cui è composta, la stratificazione di destini e progetti futuri che ne guida la voce..."

Con queste parole inizia il manifesto di El Ghibli che continua per spiegare il senso di un progetto letterario annunciato da una rivista on-line che ha una redazione tutta composta da immigrati e che nasce proprio per valorizzarne la voce e la storia.
Offre editoriali, articoli, racconti e poesie da cui si può ricavare qualche immagine o sensazione di grande impatto emotivo e soprattutto notevoli spunti di riflessione.
 
Una lettura interessante!
Clicca sul link http://www.el-ghibli.provincia.bologna.it/index.php
 
 
 

venerdì 30 luglio 2010

Comunicare il servizio sociale - SUNAS

Diamo pubblicità a un’iniziativa del



Coordinamento Regionale per

l’Emilia-Romagna.

Il SUNAS

in partnership con S.O.S. Servizi Sociali On Line


in collaborazione con la Società Cooperativa di Cultura Popolare di Faenza

e con Banca di Credito Cooperativo Ravennate - Imolese

Lancia un ciclo di  seminari dal titolo

Comunicare il servizio sociale

Nella brochure si legge:
Comunicare la professione di assistente sociale: un compito specifico delle organizzazioni di rappresentanza, ma anche di ogni professionista. Per una professione come quella dell’ assistente sociale è importante conoscere e saper utilizzare molteplici mezzi di comunicazione, anche quelli meno tradizionali, che rappresentano al tempo stesso una sfida e nuove opportunità. Saper scrivere un articolo o redarre un’inchiesta, saper realizzare un film a testimonianza del proprio lavoro, o saper creare un sito internet per gestire comunicazioni di aiuto con le persone: si tratta non solo di competenze pratiche da acquisire ma anche della traduzione di precisi compiti deontologici del professionista nel lavoro quotidiano nelle organizzazioni.


PROGRAMMA
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6 ottobre, ore 15,30- 19,30 - La comunicazione della professione secondo il codice deontologico. Docente: Donatella Dalpozzo, assistente sociale


13 ottobre, ore 15,30- 19,30 Il giornalismo sociale, dall’articolo all’inchiesta. Docente: Ugo Albano, assistente sociale e giornalista

23 ottobre, ore 9,30- 18,30 La comunicazione multimediale – dall’idea al film. Docente: Stefania Scardala, assistente sociale, direttore della “webTV degli assistenti sociali”

30 ottobre, ore 9,30 – 18,30 Web-communication e servizio sociale Docente: Antonio Bellicoso, assistente sociale, direttore del portale “servizisocialionline”

Segreteria tecnica e scientifica: Giorgia Mediani. Per preiscrizione o informazioni telefonare al 334-2473875 o scrivere a: sunas.parma@gmail.com

 Dato il numero limitato di posti, verrà fatta una selezione preventiva in base alle motivazioni ed ai curricula degli interessati. I seminari avranno luogo a Faenza (RA), presso la biblioteca Zucchini, via Castellani, 25.
La partecipazione è gratuita e verrà rilasciato attestato di partecipazione. E’ stato richiesto al locale Ordine assistenti sociali patrocinio e accreditamento.

sabato 10 luglio 2010

Parma 22 giugno - ACCREDITAMENTO: Qualità e remunerazione

Il 22 giugno scorso a Parma presso la sede della Camera di Commercio in via verdi, 2 si è tenuto un convegno di approfondimento sull'accreditamento dei servizi sociosanitari in Emilia Romagna.

Il tema in questa occasione è stato "La qualità dei servizi e le norme sulla remunerazione".
Chairman della giornata è stato Graziano Giorgi nella foto a fianco.

La relazione introduttiva è stata curata da Renato Dapero  (Ultimo a destra nella foto) che , nella sua  qualità di Presidente della sez. Emilia Romagna dell'associazione, ha fatto prima di tutto una presentazione dell'ANOSS e della mission che l'associazione si è data circa la promozione di una cultura socioassistenziale basata sulla centralità della persona nelle fattispecie di utente, operatore o portatore di interessi al fini di un welfare moderno efficiente e sostenibile. Mai come in questo caso si vede l'attinenza della mission dell'ANOSS rispetto agli obiettivi del convegno che a sua volta cerca di mettere in campo le forze culturali e tecniche per sostenere i servizi assistenziali al più alto livello compatibile con le risorse.
Nel merito la relazione ha posto in luce il fatto che la qualità si basa, come condizione primaria,  sulla possibilità di assicurare tutti gli investimenti necessari a fronte di una stabilità imprenditoriale del soggetto gestore. Col superamento del sistema degli appalti si giunge alla necessità di integrazione in una nuova forma più ampia e significativa. Non solo integrazione tra sociale e sanitario (fronte aperto da tanti anni e mai completamente soddisfatto) ma anche tra pubblico e privato.
Quanto alla remunerazione la delibera regionale porta ad un sistema flessibile costruito sall'analisi dei costi attuali, differnziato per case mix con abiettivo di omogeneità tendenziale e con un decisa flessibilità per fronteggiare necessità peculiari dei servizi gestiti dagli enti pubblici. L'obiettivo primo è la sodisfazione dell'utente che ha bisogno di flessibilità e personalizzazione degli iterventi, possibilità di libera scelta ed equità nei costi. i cittadini, o i comuni in caso di indigenza, pagano una cifra predeterminata uguale in tutta la regione differenziata per servizio (residenziale, semiresidanziale o domiciliare) mu costante e indipendente dalla categoria di appartenenza da un punto di vista dei bisogni sanitari. La quota a carico del FRNA è un dato ponderato che tiene conto del case mix.
Sio tiene conto di determinati elementi di flesisbilità gestionale in base aqi quali il costo può esewere modificato in aumento o in diminuzione a seconda della presenza o meno di certi figure professionali (Es. Animatore)  o della presenza in certe percentuali di operatori con la qualifica di OSS.
Ultima questione importante quella della remunerazione dei servizi gestiti dagli enti pubblici a cui viene riconosciuto unincremento (max 4 euro) per i maggiori costi contrattuali e l'IRAP. Ciò purchè la gestione dei servizi da parte dell'ente pubblico sia diretta, completa o con  (forte) prevalenza di personale assoggettato a contratto di pubblico impiego.

Il secondo intervento è stato curato da Giovanni Maria Soro (Direttore delle attività sociosanitarie dell'AUSL di Piacenza). Soro ha riferito i dati relativi all'andamento della provincia di Piacenza. Ha ricordato poi l'obiettivo sintetizzato nel concetto di "tariffa uica" che è uguale per tutti i cittadini ma è supportata da un sistema che riconosce margini di flessibilità sulla base di evidenze oggetive. Sottolinea che il costo di riferimento regionale è il riferimento economico per la remunerazione della componenete sociale e sociosanitaria; è il risultato della valorizzazione di tutti i fattori produttivi, alberghieri, amministrativi, assistenziali ecc. 
Ha parlato, infine del problema della valutazione di servizi e fattori produttivi eventualmente messi a disposizione del Soggetto Gestore. Si tratta in questi casi di effettuare una rideterminazione della remunerazione. Nel caso specifico di messa a disposizione dell'immobile ci sarà il versamento del corrispettivo pattuito che sarà ridotto o potrà scomparire del tutto a fronte di  un programma di manutenzione straordinaria assunto a carico del soggetto gestore.

La parola passa  a Marco Giorgi (a sinistra nella foto) che , in veste di Presidente di un'ASP (ASP AZ. Sociale Sud-Est) sviluppa il tema "Riflessi economici e sostenibilità". La sua esposizione prende avvio da un'analisi della situazione di crisi che investe gli aspetti economico-finanziari di tutto il mondo con particolare attenzione alla crisi italiana che comporta una riduzione dei trasferimenti agli Enti Locali da parte dello Stato. Sio deve andare verso un welfare sostenibile ma la situazione di oggi non può dirsi soddisfacente perchè insostenibile è diventata la struttura della spesa.
Occorre una mobilitazione di risorse aggiuntive che prevalentemente possono venire dal settore privato. tra le possibilità elenca: le assicurazioni e i fondi, le fondazioni bancarie, le associazioni non profit, le imoprese e i sindacati e gli Enti Locali con tasse di scopo.
L'assunto di partenza è che il sisgtema dispone di risorse limitate e ciò comporta una inevitabile rigidità del sitema tariffario e di remunerazione. Da un punto di vista della scienza dell'organizzazion e aziendale la struttura cdei costi di sistema deve trovare equilibrio con le risorse date e ciò sarà possibile applicando il principio delle tre "e", ovvero efficienza, efficacie ed economicità. La qualità è la risultante di una corretta applicazione del principio
A questo punto svolge un interessante accenno al problema della soddisafazione dell'utente e degli stakeolder con la seguente descrizione.
• Gli utenti/familiari sono più interessati all’accessibilità ed alla comodità delle prestazioni, oltre alla tariffa del servizio.
Gli amministratori rivolgono maggior attenzione alla produttività nonché all’equa distribuzione delle risorse enfatizzando una logica di azione di tipo economico; danno maggior enfasi alla salute dell’intera popolazione e minore rilevanza alla logica professionale
• I professionisti della cura prestano maggiore attenzione alla qualità tecnico professionale ed ai risultati clinico assistenziali, puntando al risultato conseguito dal singolo paziente
• Le Aziende di gestione dovrebbero riuscire a coniugare le diverse attese dei vari soggetti creando assetti organizzativi innovativi.

Una affermazione importante è che la qualità deve prescindere dalla natura pubblica o privata dell'ente gestore e il sistema di remunerazione deve essere tarato per garantire pari opportunità al gestore stesso, qualunque sia la sua natura istituzionale.

Ha sviluppato inoltre un interessante confronto del fattore di costo "personale" nl caso di gestione con personale proprio e con attività esternalizzata. L'esempio rioferito al caso reali della sua struttura è descritto nella diapositiva riportata sopra. (clicca sulla dia per ingrandirla).

In conclusione il relatore pone alcuni

Punti di discussione

• Il ruolo delle Asp nel mercato del servizio sociale: gestori, subcommittenti, aziende immobiliari?
• Pari opportunità  pubblici e privati? Maggiori costi (fiscali, previdenziali e contrattuali), riconosciuti solo in parte
• La sostenibilità dei costi e degli investimenti richiesti dal processo di accreditamento
• I vincoli di finanza pubblica: le risorse in diminuzione
• Il patto di stabilità ed i vincoli all’assunzione di personale proprio
• La subcommittenza: costi aggiuntivi e valore aggiunto per i committenti


L'ultimo intervento è stato curato da Massimo Buriani, Presidente del Consorzio "In Rete" (a sinistra nella foto). Il relatore ha esaminato il problema di "Organizzazione, qualità e costi" dal punto di vista e nell'ambito della mission delle Cooperative. Ha ricordato che la crescita della cooperazione nel settore è avvenuta in un sistema nel quale c'era se non proprio inefficienza almeno qualche incertezza nella gestione del pubblico. Ora, egli dice, è lecito domandarsi se l'accreditamento sarà una minaccia o se potrà rappresentare una nuova opportunità. Certo è che dovremo tutti fare i conti con un importante momento di cambiamento.


Sottolinea il bisogno di stabilità im prenditoriale introdotto e sostenuto dalle norme sull'accreditamento che appare come una imprescindibile necessità. La stabilizzazione è garanzia di buon funzionamento e per stabilizzazione si deve intendere che il rapporto di produzione, di durata più o meno lunga, non sia sottoposto alle incertezze e all'aletorietà del sistema degli appalti. Si deve capire che perdere un appalto ha sempre significato perdere nel contempo tutto il know how acquisito in quel servizi e, in tempi di vacche magre, non è certo utile sprecare una risorsa insostituibile come quella. Non fa mistero del pericolo - dal punto di vista delle cooperative - di una reinternalizzazione dei servizi anche se nel complesso non sembra che il fenomeno possa assumere dimensioni rilevanti. Da ultimo svolge un'osservazione importante sulla remunerazione il cui livello non è sufficinete a garantire le risorse necessarie a sostenere i costi delle ristrutturazioni che resteranno uno dei maggiori problemi dell'intero impianto dell'accreditamento.

Interessante anche il dibattito che si è sviluppato. Nella foto ne vediamo un momento significativo. l'intervento è stato su vari punti a partire dal problema della competitività per le ASP che è compromessa non solo dall'IRAP che pesa in modo abnorme, ma anche dall'IVA e altri costi tra cui malattie e maternità del personale che provocanouna vera e prorpia situazione di "fuori gioco" dei gestori pubblici.
Un altro punto  analizzato è che a fronte di risorse finite c'è una domanda potenziale in crescita ma l'oifferta non si potrà adattare così sarà la domanda ad adattarsi all'offerta cioè l'utenza si accontenterà dei servizi che ci sono.
Una precisazione importante: "non sarà l'introduzione della responsabilità gestionale unitaria a mettere a rischio le ASP ma saranno le condizioni fiscali ed economiche".