mercoledì 5 giugno 2019

Quale Welfare per i servizi alla persona nel prossimo futuro?


Si tratta dell’argomento  di una giornata di studio che si è svolta a Lendinara il 31 maggio scorso
Ho avuto il piacere di condurre i lavori e per  l’occasione ho scritto questa breve
Premessa
Inutile ricordare ancora una volta che siamo di fronte a un’evoluzione demografica che affronterà nei prossimi anni una difficile congiuntura. I figli del Baby Boom stanno diventando anziani e nei due prossimi decenni saranno dei grandi anziani afflitti da una serie di malanni più o meno gravi e per di più con delle ambizioni di qualità di vita che nulla hanno a che vedere con le attese delle generazioni precedenti.
Le risorse pubbliche sono scarse e probabilmente si ridurranno ancor più nei prossimi anni per motivi di carattere generale dipendenti da una crisi economica che ben difficilmente si potrà validamente contrastare in breve tempo anche perché  tutta l’Europa sta attraversando una crisi istituzionale, politico-culturale originata da motivi economici che non sono superati e tendono inoltre a mutare orientamento e intensità. 
L’atteggiamento dei politici sembra peraltro lontano dalla consapevolezza necessaria: di tutto parlano ma di servizi assistenziali mai. 
Se le risorse pubbliche destinate ai servizi si contrarranno potrebbe aprirsi una nuova offerta secondo classi di reddito perpetrando nel tempo una situazione di iniquità nel servizio fondamentale della cura e quindi della salute.
La sfida verso la quale stiamo andando è composta da tre elementi.
1°) Il numero degli anziani e l’attesa di vita aumentano.
2°) Le risorse pubbliche diminuiscono anche in valore assoluto.
3°) La responsabilità ricade su un apparato pubblico che sembra poco consapevole.
Uno stuolo di matematici faticherebbe a dare soluzione positiva a un teorema che assicuri una qualità costante di vita date le variabili descritte sopra.
Forse avrebbe migliori chance uno scrittore di fantascienza specializzato nei temi politico-economici del futuro.
Comunque ci dobbiamo provare! Dobbiamo trovare funzioni e progetti che possano dare una soluzione accettabile al teorema di dare di più con meno, ricordando che si deve dare di più non solo per i due numeri chiave in aumento (Il numero di anziani e l’attesa di vita), ma anche perché gli anziani del futuro prossimo avranno bisogni diversi.




lunedì 24 ottobre 2016

Essere leader e affrontare lo stress

Corso formativo di 8 ore promosso dal CARE Magazine CLUB

Organizzazione a cura di EDITRICE DAPERO

DOCENTI:
- Renato Dapero
- Giulia Dapero



PROGRAMMA del CORSO

08.30: registrazione partecipanti
09.00: La leadership. Studi sugli stili del leader (Renato Dapero)
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13-14: Pausa pranzo
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14.00: Essere leader in una struttura di servizi alla persona (Giulia Dapero)
15.00: Caffè filosofico: leader si nasce o si diventa? (Giulia Dapero)

16.30: commenti, conclusioni, consegna attestati




Per iscriverti CLICCA QUI

info@editricedapero.it
Uff. 0523-579439

Per concludere un breve video di una lezione a cura di Renato Dapero sulla "Managerial Grid"
(... parleremo anche di questo il 18 Novembre! Ti aspettiamo ;) )





martedì 6 settembre 2016

Invecchiamento Felice - Novità dal pianeta delle neuroscienze

Di Monica Manzoni


Nelle pubblicità della televisione, le persone anziane sono dinamiche, sorridenti, con la pelle liscia, in piena salute. Chi come me lavora nell’ambito dei servizi per anziani, invece, vede persone girovagare per le strutture, oppure ciondolare sulle sedie a rotelle. Crediamo di averci fatto l’abitudine, invece ogni volta che troviamo sul nostro volto una nuova ruga ci si chiude lo stomaco. Dobbiamo temere di invecchiare? La risposta per me è molto chiara: assolutamente no! Al contrario, dobbiamo sperare di poter avanzare negli anni. Qualcuno disse: “Non dispiacerti di invecchiare, è un privilegio negato a molti”. Se però pensate di potervi assicurare una buona vecchiaia tramite l’uso di creme miracolose o pastiglie dell’eterna giovinezza, devo ricordarvi che l’invecchiamento felice non è in vendita.   

è importante distinguere la vecchiaia dall’invecchiamento. La prima si riferisce ad una stagione della vita, uno “stadio di età”. Come per tutti gli altri periodi della vita, entrare ed attraversare la vecchiaia non ha a che fare semplicemente con l’età cronologica, ma è una questione soggettiva, influenzata da fattori personali, funzionali e sociali.

L’invecchiamento invece non corrisponde ad un’età, ma ad un processo. Immaginiamo la vita di una persona come un viaggio dal Monviso al mare Adriatico. La vecchiaia corrisponde al paesaggio tra il rodigino e il ferrarese, mentre l’invecchiamento è rappresentato dal fiume Po, che percorre tutto il tragitto ed innumerevoli panorami, e nel suo continuo fluire si sviluppa. L’invecchiamento dunque è un processo di sviluppo che continua per tutta la vita e che viene alimentato dalle fattori genetici e ambientali. Il Prof. Novelli e collaboratori del laboratorio di genetica medica dell’Università di Roma Tor Vergata riportano molti studi che “suggeriscono che circa il 25% della variazione nella durata della vita della specie umana possa essere spiegata da fattori genetici” (3) (4).

“Molti di questi geni sono strettamente legati a segnali chimici innescati da sostanze contenute nei cibi”, in particolare sembra che il corretto metabolismo del glucosio sia di fondamentale importanza (5). Inoltre, analisi di espressione genetica hanno dimostrato come l’esercizio fisico, in particolare la camminata, sia in grado di aiutare il controllo della glicemia, migliorare l’apparato cardiovascolare, limitare il decadimento muscoloso-scheletrico e cognitivo e quindi migliorare l’invecchiamento (6).
Parlare di invecchiamento felice tuttavia presuppone non solo coltivare la longevità, ossia la possibilità di vivere a lungo, ma anche la qualità di vita. Secondo i dati Eurostat, nell’ultimo decennio la speranza di vita ha continuato ad aumentare, ma non è stato lo stesso per quanto riguarda la speranza di vita in salute, che è drasticamente diminuita. Significa che viviamo di più, ma passiamo mediamente gli ultimi 20 anni della nostra vita con gravi problemi di salute. Scegliere consapevolmente cosa mettere nel carrello della spesa, preferire una passeggiata al divano, sono azioni alla nostra portata. Tuttavia, a volte sembra molto difficile favorire un cambiamento, nonostante se ne conoscano gli effetti benefici. In questo caso, la psicologia positiva può essere di valido aiuto. Ad esempio, una recente ricerca ha dimostrato che modificando la visione dell’invecchiamento in chiave positiva, i partecipanti sono stati in grado di preferire l’attività fisica alla sedentarietà (7). Un altro studio ha seguito per tre anni un gruppo di persone con un’età media di 61,5 anni, raccogliendo dati sulla salute, il funzionamento fisico e la depressione ed ha dimostrato che coloro che mantenevano un atteggiamento ottimista avevano negli anni seguenti un migliore invecchiamento (8).

In conclusione, la scienza ci dice che non dobbiamo rassegnarci a subire il processo di invecchiamento figurandocelo come un lento declino che conduce alla morte; che possiamo agire attivamente per rendere il nostro invecchiamento un percorso di sviluppo continuo; che immaginare la nostra vecchiaia come un’età fertile e florida della vita ha effetti positivi sui reali esiti del processo di invecchiamento.

Se siete curiosi di saperne di più, vi aspetto il 23 settembre a Castel S. Pietro Terme (BO) al Sente-Mente Day, durante il quale parlerò proprio di invecchiamento felice (programma e modalità di iscrizione su www.sente-mente.com). Se volete imparare come rendere felice il vostro invecchiamento, sono in partenza i laboratori tenuti da me presso l’associazione Caleidos (www.caleidos.bo.it).

Infine, se non vi ho convinti a suon di scienza, visitate il Delta del Po, lasciatevi affascinare dalla moltitudine della vita animale e vegetale che vi prospera, permettete al vostro sguardo di perdersi nell’infinità del mare che accoglie il viaggio individuale di un fiume in un tutto più grande. Immaginate la vostra vecchiaia come il più desiderabile dei paesaggi ed il vostro invecchiamento come il più scintillante dei fiumi e… felice viaggio!


Bibliografia

(1)  Seligman, M. (2012). Fai fiorire la tua vita. Una nuova, rivoluzionaria visione della felicità e del benessere. Torino: Anteprima.
(2)  Sugarman L. (2001). Psicologia del ciclo di vita. Modelli teorici e strategie d’intervento. Milano: Raffaello Cortina Editore.
(3)  Viji J., Suh Y. (2005). Genetics of longevity and aging. In Annual Review of Medicine, pp. 193-212.
(4)  Finch C.E., Tanzi R.E. (2008). Genetics: Sweet longevity. In Nature, 11, p. 141.
(5)  Rhodes C.J. (2005). Type 2 diabetes-a matter of -cell life and death? In Science, 307, pp. 380-384.
(6)  Warton D.E. et al. (2006). Health benefits of physical activity: the evidence. In Canadian Medical Association Journal, 174, pp. 801-809.
(7)  Wolff J.K. et al. (2014). What do targeting positive views on ageing add to a physical activity intervention in older adults? Results from a randomised controlled trial. In Psychology & Health, 29 (8), pp. 915-32.

(8)  Wurm S., Benyamini Y. (2014). Optimism buffers the detrimental effect of negative self-perceptions of ageing on physical and mental health. In Psychology & Health, 29 (7), pp. 832-48.

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